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CICLo AGOSTINIANo di San Ginesio

Agostino libera Toledo dal flagello delle cavallette

Agostino libera Toledo dal flagello delle cavallette

 

 

DOMENICO MALPIEDI

1630-1640

Chiostro del convento di San Ginesio

 

Agostino libera Toledo dal flagello delle cavallette

 

 

 

L'affresco sostanzialmente segue la lezione di Bolswert, sia pure introducendo alcune variazioni nella posizione e nel numero dei personaggi presenti. Le circostanze del miracolo sono spiegate nella legenda di Bolswert, che invece sono assenti nella lunetta di San Ginesio: contra locustarum vastationem in Hispania crebro invocatus opem fert: Toleti inprimis clero populoque ad id supplicationibus intento, visus est eremitico habitu indutus brutum agmen in Tagi profluentem demergere. E' rappresentato un altro miracolo postumo: nel 1268 le locuste avrebbero affamato e minacciato Toledo. Davanti al popolo implorante Agostino sarebbe apparso costringendo le locuste a buttarsi fra le acque del Tago. Il vescovo di Toledo e le autorità sono inginocchiate in preghiera.

La lunetta era associata a uno scudo con lo stemma della famiglia Gentili.

 

Di questo miracolo abbiamo diverse testimonianze. Ne parla Abrahamus Bzovius nei suoi Annales ecclesiastici ad annum 1268: "Contra locustarum vastationem in Hispania crebro invocatus opem fert: Toleti inprimis clero populoque ad id supplicationibus intento, visus est eremitico habitu indutus brutum agmen in Tagi profluentem demergere."

ABRAHAMUS BZOVIUS, Annales ecclesiastici ad annum 1268

 

 

Si trova un accenno allo stesso miracolo anche nell'opera di Luigi Torelli, Secoli Agostiniani, Bologna 1659. Acta sanctorum, agosto, t. VI:

12 - Fece anche in quest'Anno medesimo, come comunemente riferiscono Abramo Bzovio (1567 – 1637), il Marquez, Lodovico de Angelis, il Lancilotto, il Romano, l'Errera, et altri, un beneficio miracoloso all'insigne Città di Toledo, il nostro glorioso Padre S. Agostino, e fu in questa maniera. Eransi in quest'Anno procreate nelle vaste Campagne di questa Roma di Spagna, in numero così innumerabile, le Locuste, che minacciavano non solo di distruggere ben presto le biade, et affamare il Paese, ma di riempirlo ancora d'un horrida peste, perochè que' portentosi Animalucci, doppo che havevano ben ben mangiato, poco doppo crepavano, e putrefacendosi, in un momento cagionavano un fettore intollerabile, il che era manifesto inditio di doversi ben tosto appestare quel nobile Paese. Per la qual cosa i Toletani, come che gran divotione havevano al nostro Santo Padre, così pensarono d'implorare il suo Celeste aiuto, come fecero, facendo Voto se li liberava da quell'imminente pericolo di gire ogn'Anno processionalmente alla sua Chiesa, a rendere le dovute gratie a Dio, et a lui, per un così segnalato beneficio; né furono vane le preghiere, et i voti, perochè di repente fu da tutto il Popolo veduto il Santo Dottore in habito di Eremitano, con il Piviale però, il Baculo, e la Mitra, comparire in aria, e con virtù di Paradiso, fece che tutti que' brutti Animali gissero a precipitarsi nel Tago vicino; dal qual beneficio singolare soprafatti i Toletani, come raddoppiarono la loro divotione, e pietà verso di così gran Patriarca, così cominciarono a soddisfare al Voto fatto, e l'hanno poi sempre proseguito fino al giorno d'hoggi; e F. Lodovico de gli Angeli, dice, che in un antico Libro in pergameno, della S. Chiesa di Toledo, vi si legge questa nota: Hac die est nobis obligatio faciendi Processionem usque ad Monasterium S. Augustini, ex Voto facto pro Locusta.

 

Sullo stesso argomento si Cfr. Rubio Alvarez, Devociòn popular a San Agustin en Andalucia en tiempos pasados, in Archivio Hispalense, XXX, 1959, 1-11.