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CICLo AGOSTINIANo di San Ginesio

Dolor et Amor - Iesus Maria

Dolor et Amor - Iesus Maria

 

 

DOMENICO MALPIEDI

1658

Chiostro del convento di San Ginesio

 

Dolor et Amor - Iesus Maria

 

 

 

L'immagine è del tutto estranea al ciclo della vita di Agostino e non compare neppure nella serie di stampe di Bolswert. Stilisticamente si differenzia notevolmente dalle altre pitture. Più che altro è una vera e propria prospettiva ad inganno con al centro un medaglione che raffigura la Vergine e il Cristo con i segni della Passione.

Vi ritroviamo la scritta "Dolor et amore - Iesus Maria" e anche la data di esecuzione "A 1658 D", cioè l'anno 1658 del Signore. Anche questa lunetta era contraddistinta, almeno fino al 1990, da uno scudo che riportava lo stemma della famiglia Morichelli.

La presenza di questa lunetta e di altri rari lacerti nelle altre lunette inducono a credere che questo ciclo sia stato ridipinto su precedenti dipinti di cui però ignoriamo la sequenza e i contenuti.

Il convento dei padri agostiniani è documentato a San Ginesio già nel 1279 e sorgeva presso la chiesa di S. Maria Maddalena costruita verso il 1230. Dal 1516 questa chiesa venne ridedicata e intitolata a sant'Agostino. Il convento fu successivamente interamente ricostruito dopo il 1615 su progetto dell'architetto Gerolamo Casini, integrato dalle osservazioni del Generale dell'Ordine padre Nicola Giovannetti di Sant'Angelo in Pontano.

La costruzione del convento venne conclusa dopo il 1618. Evitata la soppressione di papa Innocenzo nel 1652, il convento, dopo l'intermezzo napoleonico, fu definitivamente soppresso nel 1863.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Nella Madonna, Agostino vede sintetizzate meravigliosamente la perfezione della Grazia di Dio e della libertà umana. Su questo punto ci possono essere degli equivoci e pensare che l'influsso della Grazia di Dio possa diminuire la libertà dell'uomo. In verità, come Agostino ha cercato di far capire, si tratta di due realtà che si richiamano a vicenda: più la libertà umana è corroborata dalla Grazia di Dio e più è libera dalle forze che la indeboliscono e le impediscono di scegliere il bene, più la Grazia di Dio invade un'anima e più le sue facoltà si dispiegano in tutta la loro potenza. Nella Madonna, allora, tutto è Grazia, tutto è dono che viene da Dio: questo ci spiega la grandezza della Vergine Maria. Nella Madonna, però, tutto è allo stesso tempo frutto del suo libero consenso al progetto di Dio: questo ci dà ragione della santità eccelsa della Vergine Maria.