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PITTORI: Johann Sigmund Müller

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JOHANN SIGMUND MULLER

1705-1707

Třeboň, monastero agostiniano, chiostro

 

Agostino consegna al suo devoto il resto del pollice destro

 

 

 

Come per la scena precedente della guarigione del priore, questo miracolo postumo di Sant'Agostino è tratto dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Questo autore medioevale narra come un pellegrino che aveva una grande devozione per sant'Agostino abbia cercato di corrompere il monaco, che custodiva i resti del santo, a dargli come reliquia un dito del santo. Il monaco però ingannò il pellegrino, consegnandogli il dito di un altro morto avvolto in un fazzoletto di seta e tenendo per sé i soldi.

L'uomo aveva una tale devozione per la reliquia che Agostino stesso si mosse a compassione e gli diede il suo vero dito. Quando la fama della miracolosità di questa reliquia fu conosciuta anche a Pavia, le autorità decisero che la questione dovesse essere investigata. Dopo aver aperto la lapide si scoprì che una delle dita di sant'Agostino mancava per davvero. Scoperto l'inganno l'indegno monaco venne punito. L'immagine realizzata dal pittore è composta in due piani. Nella parte anteriore vediamo il miracolo, quando Agostino con i paramenti di un vescovo scende dal cielo e nel sonno fa visita al suo devoto. In questa occasione dona al pellegrino il resto del pollice destro in un piccolo reliquiario. Nella parte in alto a destra dell'immagine si può vedere l'interno della chiesa, dove il pellegrino riceve rispettosamente dalle mani del canonico religioso il pollice avvolto in seta bianca.

 

 

 

L'episodio è narrato da Jacopo da Varagine nella sua Legenda Aurea, che lo pone al quinto punto dei suoi miracoli:

5. Un uomo che aveva una gran devozione per S. Agostino, ne chiese un dito al monaco che ne custodiva le reliquie; il monaco, dietro la promessa di una forte somma di danaro, prese un dito di un morto qualunque e dicendo che era di S. Agostino, glielo diede ed intascò il danaro.

L'altro, tutto felice teneva in venerazione la reliquia e spesso la baciava e se la portava sugli occhi. Avvenne che il Signore con un miracolo cambiò il dito col vero dito di S. Agostino, ed allora incominciarono ad avvenire miracoli in gran numero. Giunta la notizia all'abate del convento, questi ne domandò al frate custode, il quale confessò l'operato. Ma l'abate volle verificare ed aperta la cassa che conteneva le dita si trovò che un dito mancava. Allora l'abate tolse il monaco dall'ufficio di custode e lo punì severamente.